Le settimane volano via troppo facilmente e ancora non ci abituiamo a una sana vita sociale di fine Maggio. Sembra un luogo comune ma in Sicilia perdiamo davvero troppo tempo piu dentro che fuori casa, manco in giro ci fosse il Kabobo di turno pronto a prenderci a picconate ( esempio calzante e non razzista vi raccomando, che poi Crocetta si incazza ). Eppure gli avvenimenti degli ultimi giorni dovrebbero incoraggiarci a un diverso modo di vivere, interessandoci di quello che ci sta intorno, informandoci adeguatamente e magari, esprimendo qualche critica. Ma il siciliano si sa, è complicato: a volte parla tanto, a volte poco. Nella prima categoria, di cui voglio parlarvi oggi, ci rientrano un gruppo di cittadini illustri, che a Messina l’altro giorno hanno applaudito l’on. Francantonio Genovese all’uscita dal carcere di Gazzi, in perfetto stile “buddace” come si dice qua e dandogli quell’aura di benefattore vecchio stampo che distribuisce lavoro a chi non ne ha, ben sapendo che quelle stesse persone sono prima di tutto “elettori” (mica scemo, un collocamento occupazionale al passo coi tempi). Dispiace, da membro della nuova generazione, far notare come secondo la procura di Messina, a Genovese sia contestato un danno erariale di 48 milioni di Euro, appartenenti a quella galassia di enti di formazione professionale da lui di fatto monopolizzate, in barba a migliaia di migranti (quelli attraversano il Mediterraneo su barconi malandati, una bazzecola ) che continuano a sbarcare sulle nostre coste e che l’altro giorno sono stati apostrofati, molto gentilmente , con frasi del tipo “andatevene a casa vostra”, un po’ come gli appestati o feroci pirati. Ci si chiede a questo punto se sono meno meritevoli di un applauso rispetto a mister “ventimila preferenze”, sulla questione è opportuno fare indagini psichiatriche. Naturalmente vale sempre il principio del “innocente fino al terzo grado di giudizio” ma la questione, vogliamo sperare si capisca, è di naturale morale. La sensazione però, è piu generale: se giri per la strada e parli con il messinese medio, l’opinione su Genovese è la seguente: “mah, sembrava una cosi brava persona…”, “ha fatto del bene a cosi tanta gente” o “saranno sicuramente calunnie”. Risate generali visto che sembrano tutti caduti dalle nuvole, dal pero, dalle scale mobili: una sorta di auto – disinformazione volontaria: “basta non leggere nulla o non fare domande e la nostra vita procederà felice come sempre”. Il sospetto però che tutti capiscano ma che nessuno sappia aumenta quando la mattina, al tanto agognato caffè del risveglio, si conversa sul futuro dei propri figli e si inveisce contro chi amministra attualmente ( a parte l’abbigliamento “quotidiano” del sindaco Accorinti appare complicato dargli responsabilità dopo un anno di mandato) e su chi ha amministrato negli anni passati. Che sia arrivato un virus letale anche qui? Tra Berlusconi che non ricorda di essere stato con minorenni, Formigoni di essersi fatto pagare le vacanze, Rutelli che non si accorge che dal conto della Margherita sono spariti 13 milioni di Euro (“faccio il politico mica il ragioniere” aveva detto, perché del resto bisogna giocare in borsa per saper leggere un bilancio). Improvvisamente alla figura del saggio preferiamo quella del fesso, dimenticando che a favorire quello di cui tanto ci lamentiamo siamo stati noi: non ricordiamo chi abbiamo votato, a chi abbiamo chiesto una “spintarella”, chi ci ha pagato la casa (Scajola ne sa qualcosa). Insomma è un vero inferno, poi con la nuova isola pedonale…gia, ce la stavamo scordando: anche li sembrano tutti parecchio in aria, non riflettendo sul fatto che il cambiamento deve essere innanzitutto nella nostra mentalità, difficile ma non impossibile. Certo, per la serie “diamo a Cesare quel che è di Cesare” va detto che non tutto piace e non tutto sembra proprio lineare della nuova amministrazione (ma sarà argomento di un altro editoriale) Si dirà: “ma siamo pieni di problemi, l’unico ricordo felice è quando tutto andava bene e c’erano soldi da spendere, e quello era il periodo di Genovese”. E’ il ragionamento della cicala che non accumula cibo l’inverno, siamo sempre piu furbi. Il problema nostro e quello di tanti altri siciliani è non saper guardare le cose per come sono. E comunque, basterebbe non guardare mai solo avanti ma almeno, un attimo soltanto, guardarsi bene attorno.