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Naufragio nel Canale di Sicilia, fermati i due presunti scafisti
maggio 14th, 2014 | di Veronica Alongi
Naufragio nel Canale di Sicilia, fermati i due presunti scafisti
Cronaca
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Sono due gli indiziati colpevoli del  naufragio di migranti in acque internazionali che due giorni fa ha interessato un’imbarcazione da cui sono stati tratti in salvo dalla nave della Marina Militare “Grecale”, impegnata nell’operazione “Mare Nostrum”, con la collaborazione di un altro rimorchiatore francese, 206 individui e recuperati 17 cadaveri, di cui 12 donne, 3 uomini e due bambine, una di pochi mesi e l’altra di due anni. La Questura di Catania infatti, eseguendo un decreto di fermo emesso dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Monia Di Marco, ha fermato due 23enni , il tunisino Haj Hammouda Radouan e il marocchino Hamid Bouchab, su cui pendono i capi di accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio plurimo. I due infatti avrebbero bloccato volontariamente il natante causandone un’avaria al motore dopo aver imbarcato acqua e determinandone il rovesciamento in seguito al movimento delle persone a bordo. Entrambi sono stati condotti presso la casa circondariale di Piazza Lanza.

 

Oggi verrà effettuata l’autopsia sui corpi delle vittime approdate ieri pomeriggio al porto di Catania, molte delle quali, come riferisce Stefano Principato, presidente della Croce Rossa, “hanno perduto la mamma o il fratellino” nella tragedia. Proprio la Cri di Catania si è impegnata attivamente nelle operazioni di soccorso psicologico e di conforto, aiutando soprattutto i bambini grazie all’intervento di volontari vestiti da clown pronti a farli sorridere e a ricreare un ambiente più spensierato per i piccoli, per quanto fosse loro possibile. Anche il sindaco etneo Enzo Bianco ha espresso tutto il suo rammarico per l’ennesima strage che tocca principalmente le nostre coste, ma che non può passare inosservata sia a livello nazionale che soprattutto europeo:

<< L’Europa e il governo italiano non possono ricordarsi di questo fenomeno che causa dolore e sofferenza a intere popolazioni di migranti soltanto quando si verificano dei morti: Catania non si tira indietro e anche oggi faremo la nostra parte, con la dignità della nostra gente, ma va detto chiaramente che siamo al collasso. Ricordo – ha aggiunto il sindaco – la commozione che l’Europa intera provò quando a Catania, nell’agosto scorso, alcuni disperati morirono annegati a pochi metri dalla spiaggia della Plaia, quel confine europeo che rappresentava la loro terra promessa. Il giornale tedesco Die Welt parlò di scena apocalittica. Allora a Catania fu proclamato il lutto cittadino. E anche adesso la città non si sottrae alla solidarietà per i superstiti e alla pietosa accoglienza di questi altri morti. Ma non possiamo andare avanti così. Non è più un’emergenza saltuaria quella che ci troviamo ad affrontare visto che ormai si protrae da mesi, se non da anni come a Lampedusa, con una frequenza degli sbarchi quasi giornaliera lungo le coste della Sicilia e con un incremento esponenziale nella zona orientale dell’Isola. La Sicilia – ha concluso Bianco – non ce la fa più. E la prospettiva, a sentire le previsioni del governo nazionale, è quella di un ulteriore aggravamento della situazione degli sbarchi con centinaia di migliaia di persone che attendono di imbarcarsi per raggiungere il confine europeo, la Sicilia. È soprattutto l’Europa, oltre al governo italiano, ad avere la responsabilità: è inumano voltarsi dall’altra parte, bisogna dare alla Sicilia mezzi e strumenti per affrontare quest’emergenza umanitaria continua>>.