Che corsa! La galoppata del Palermo è finita: al “Silvio Piola” di Novara, i rosanero hanno tagliato il traguardo più prestigioso al quale poter ambire in questo campionato di Serie B, aggiudicandosi il titolo di campioni del torneo con ben 5 giornate d’anticipo sul termine della stagione. Una storia tutta da raccontare quella della capolista, partita già dall’inizio con ambizioni importanti, con la voglia di riscatto da un’annata, quella passata, che aveva lasciato l’amaro in bocca a tutti coloro che l’avevano vissuta dall’interno della baracca.
L’apertura di campionato con il motivatissimo Rino Gattuso, l’uomo scelto dal presidente Zamparini per riportare il Palermo su un palcoscenico abbandonato nel più brutto dei modi: una stagione maledetta quella dell’anno scorso, culminata con la retrocessione della squadra che Mister Sannino, tornato nelle ultime giornate sulla panchina rosanero dopo l’esonero ad inizio torneo, stava riuscendo a salvare, valorizzando risorse che però, alla fine, non sono bastate a compiere il miracolo sportivo che tutti avrebbero desiderato. Dunque l’avventura in B, con l’ex giocatore del Milan pronto a tuffarsi in un’esperienza tutt’altro che semplice come “battesimo” del mestiere: la cadetteria è descritta da molti addetti ai lavori come un inferno: una competizione durissima da affrontare, estenuante dal punto di vista fisico, visto il numero considerevole di incontri da disputare, e mentale, perché se non parti con il piede giusto, alla lunga, potresti pagare un conto molto salato. E dopo sei giornate, la situazione per i rosa non era delle migliori: con appena sette punti in sei partite, Gattuso ha dimostrato di aver pagato lo scotto della prima avventura da tecnico su una panchina pesante; e allora Zamparini ha deciso di cambiare, di affidarsi ad una garanzia in quanto ad esperienza ed abilità nel sapersi destreggiare nella giungla del campionato di Serie B. Questa garanzia risponde al nome di Giuseppe Iachini, un allenatore che il patron friulano conosce molto bene per i suoi trascorsi a Venezia, sia da calciatore che da tecnico, visto che proprio in terra veneta lo stesso Zamparini lo lanciò alla guida tecnica della squadra di cui era allora presidente. Iachini ha dimostrato di essere un maestro per quanto riguarda le promozioni dalla B alla A, conquistando per tre volte il salto di categoria, due delle quali subentrando a stagione in corso. Con il suo arrivo a Palermo, le cose cominciano a cambiare: la difesa, che fino a quel momento aveva fatto acqua un po’ da tutte le parti, diventa impenetrabile, un reparto sul quale questa squadra costruirà le proprie fortune future; il centrocampo, solido e ricco di qualità e velocità, il fulcro del gioco della formazione siciliana, basato sull’interscambiabilità degli elementi deputati all’occupazione della zona centrale del campo; infine l’attacco, un perfetto mix di forza fisica ed agilità, di tecnica e di senso tattico. La squadra, lasciata da Gattuso nella parte destra della classifica, comincia a scalare posizioni, fino ad arrivare a piazzarsi al primo posto al giro di boa, conquistando il titolo di campione d’inverno. Il mese di gennaio, poi, è stato decisivo per la crescita e la conoscenza approfondita di uno dei gruppi più giovani del torneo cadetto: la riscoperta di Franco Vazquez, valorizzato al massimo dal lavoro di Iachini, deciso a scommettere sul talento dell’argentino, insieme all’arrivo dell’esperto Maresca e del frizzante Lazaar, perfezionano un reparto, quello di centrocampo, che nel 3-5-2 del tecnico marchigiano costituisce lo snodo fondamentale del gioco della squadra, il punto d’incontro tra la fase offensiva e quella difensiva, tra le incursioni verso la porta avversaria e le rincorse per non far passare nessuno oltre il muro del pacchetto arretrato.
Col passare del tempo, la squadra si compatta, consolidando sempre più il primato in classifica e tenendo alla larga le inseguitrici che si spintonano per tentare di conquistare la vetta della montagna. Una montagna risalita alla grande dal Palermo, che finalmente equipaggiato con gli attrezzi giusti, si è reso protagonista di una scalata da record. Eppure, le difficoltà si sono presentate puntuali sul percorso intrapreso dalla squadra: numerosi infortuni hanno minato il cammino dei rosa verso l’obiettivo finale, colpendo un po’ tutti gli interpreti di spicco all’interno del gruppo, da Sorrentino per la porta, a Barreto per il centrocampo, passando per Dybala, Belotti, una delle sorprese più piacevoli di questa stagione il Gallo, ed Hernandez, che si sono aggiudicati a più riprese un posto sul lettino dell’infermeria. Ed è proprio qui che è venuta fuori la forza del gruppo vero, dal momento che i giocatori destinati ad ovviare alle varie defezioni si sono sempre fatti trovare pronti, scendendo in campo con quella mentalità e quell’atteggiamento vincente tanto caro a Mister Iachini, che ha insistito a lungo su questo tasto nella costruzione della propria creatura. Una volta rientrati tutti a disposizione, poi, le cose non hanno potuto far altro che migliorare: la qualità del gioco è salita notevolmente, insieme al numero dei risultati utili inanellati dalla squadra siciliana, che nella partita di Latina, a sei giornate dalla fine del campionato, si è trovata nella condizione di poter già mettere la parola fine al discorso promozione. Ma in terra laziale, nonostante la vittoria dei rosanero, la matematica non è arrivata, dal momento che le squadre dietro hanno anche loro ottenuto il successo: tutto rimandato al turno successivo. Ed ecco allora che, dopo un’altra settimana all’insegna del lavoro e della preparazione, soprattutto mentale, all’evento ormai imminente, la capolista si è presentata puntuale all’appuntamento con la storia, andando a vincere sul campo del Novara e laureandosi campione del torneo cadetto. Con i tre punti portati via dal “Silvio Piola”, i rosa hanno stabilito un record storico per ciò che concerne la vittoria del campionato di Serie B a 22 squadre: mai nessuno aveva conquistato il titolo con 5 giornate d’anticipo sul termine della stagione. E i record non finiscono qui: il sesto successo di fila, l’undicesima vittoria stagionale in trasferta e la mostruosa striscia positiva, coi rosanero arrivati al conseguimento del 18esimo risutato utile consecutivo, rendono la squadra di Iachini protagonista di un’impresa epica, destinata a rimanere indelebile sicuramente nelle menti dei tifosi palermitani, ma soprattutto nei pensieri di coloro che amano il calcio, che non possono che apprezzare la grandezza di quanto costruito in un periodo di tempo relativamente limitato. È vero, il divario tecnico con le altre formazioni della cadetteria è notevole, ma quando vinci così tanto, quando domini un campionato al punto da indirizzarlo in un unico senso, allora devi per forza avere qualcosa in più oltre al tasso qualitativo rispetto alle altre squadre, qualcosa che magari non è visibile se si è al di fuori del contesto in questione, ma che evidentemente ha un peso specifico all’interno di un gruppo.
Complimenti a tutti, dai giocatori, bravi a seguire nel migliore dei modi i dettami del Mister e del suo staff tecnico, per arrivare proprio a Iachini e al suo team di lavoro, in grado di far emergere la squadra dalle sabbie mobili, fino a portarla in cima alla montagna a piazzare la bandierina, per poi ammirare dall’alto della classifica tutto ciò che sta al di sotto della vetta. Complimenti al presidente Zamparini, che ha mantenuto la promessa fatta subito dopo la retrocessione, costruendo una squadra in grado di risalire subito la china e di tornare in paradiso dopo un solo anno di purgatorio. Complimenti a Giorgio Perinetti e a Rino Gattuso, che hanno allestito un organico che si è dimostrato completo e fortemente competitivo; complimenti a Igor Budan, che ha saputo vestire al meglio i nuovi panni di dirigente, pur continuando a battere ancora dentro di lui un cuore da calciatore. Complimenti davvero a tutta la società, che ha saputo portare a termine i programmi stabiliti ad inizio stagione, e che sicuramente starà già pianificando il futuro del Palermo nella massima serie; il campionato, però, non è ancora finito: mancano cinque partite al termine della cavalcata, e c’è la possibilità di fissare altri record e di rendere ancor più esaltante una stagione già fantastica e ricca di soddisfazioni.
Immagine: palermocalcio.it