Siracusa – Contattava le sue vittime su Internet, corteggiandole e programmando degli incontri in cui era solito scattare foto dei momenti intimi con esse condivisi; immortalare le nudità delle proprie amanti aveva un unico scopo, ossia quello di poterle in un secondo momento ricattare, minacciandole di pubblicare e diffondere quelle stesse immagini se non avessero provveduto ad un lauto pagamento. La tattica sembrava essere azzeccata, tanto che il siracusano Alessandro Sessa, classe 1975, era riuscito a guadagnare in alcuni casi dai 3000 ai 12.000 euro, versati da malcapitate che subivano reiterate pressioni sia fisiche che verbali, tramite sms e telefonate. Due delle donne cadute nella ragnatela dell’uomo, conosciutesi per caso su Facebook e resesi conto di essere state fregate in egual modo e dallo stesso individuo, hanno portato alla luce l’attività di estorsione coinvolgendo le forze dell’ordine: una di queste, residente a Rosolini, ha fissato un appuntamento con il 39enne presso la stazione ferroviaria del luogo per consegnarli la somma di 300 euro; in quell’occasione Sessa è stato colto in flagranza di reato dai militari di Rosolini, al comando del maggiore della Compagnia di Noto, Gennaro Micillo, i quali lo hanno arrestato e condotto ai domiciliari.
Tutto ciò accadeva lo scorso 17 aprile; e nonostante lo stato di fermo, l’uomo ha continuato i suoi maneggi e ricatti, vessando via Facebook le donne che lo avevano denunciato e difendendosi dichiarando di essere una “vittima” e di sentirsi “perseguitato” e incastrato dalle false accuse delle sue amanti. Ma i Carabinieri della Stazione CC di Ortigia hanno ripristinato la verità, dopo un’indagine condotta da Tommaso Pagano in cui sono stati scandagliati i vari elementi probatori contro l’indagato, come ad esempio le copie dei bonifici che una donna di Priolo avrebbe ceduto al 39enne. Avendo dunque infranto la misura restrittiva impostagli, il Gip del Tribunale di Siracusa ha disposto per Alessandro Sessa la custodia cautelare nel carcere di contrada Cavadonna.