Quando nemmeno fare per lunghi tratti la partita può bastare per salvarti, e perdi quella che forse era l’ultima fermata per il treno salvezza, inizi a porti delle domande su ciò che ne è stato di una stagione sciagurata. Ancora una volta, rispetto ad altre formazioni impantanate in bassa classifica, il Catania non dà l’impressione di essere una squadra morta: il pareggio poteva anche starci, ma non arriva neanche stavolta.
A Udine, i rossazzurri, costretti a invertire il trend negativo in trasferta, scendono in campo dal primo minuto con l’artiglieria pesante: Maran sfodera un 4-3-3 con Barrientos e Keko a supporto di Bergessio, si rivede anche Rolin nell’undici di partenza; nelle file friulane c’è voglia di continuità dopo l’ottimo punto colto a S.Siro. A sorpresa, Guidolin lancia Nico Lopez come partner d’attacco di un sempreverde Totò Di Natale.
Già alle prime battute ha il suo bel da fare il giovane Scuffet, che al 10’ interviene in modo eccezionale su Plasil, deviando sulla traversa la conclusione più pericolosa degli ospiti. Al giovane portiere risponde però Andùjar, che ferma da solo l’involata di Di Natale; padroni di casa che replicano al 40’ con Lopez. Il primo tempo si conclude a reti bianche: forte equilibrio in campo, con molti rovesciamenti di fronte.
Partita decisamente più brutta nella ripresa, con un Catania abulico in avanti. A regalare spettacolo ci pensano i portieri, che sembrano quasi voler ingaggiare un duello personale: Andùjar salva su Bruno Fernandes, Scuffet le para tutte e continua a strappare applausi – decima apparizione per lui in Serie A, ma già fa parlare di sé -.
Gelo Catania al minuto 67’, quando l’Udinese decide di rifarsi viva dopo i tentativi a vuoto dei siciliani, e il solito Totò Di Natale -sempre lui- decide di metterci lo zampino e distruggere i sogni di gloria etnei. Magistrale l’azione che porta al goal, scaturita da una ripartenza e culminata con l’assist, perfetto, scodellato da Pereyra per la testa del numero 10. Il bomber bianconero coglie al volo l’ennesima occasione per aggiornare la propria rubrica degli score personali in Serie A (11 reti stagionali, 187 siglate in campionato, alla presenza numero 324), cifre impressionanti, e pensare che medita il ritiro.
Non sembra esserci più nulla da fare. Continua il botta e risposta fra i pali, con i due estremi difensori che si rendono protagonisti assoluti: Andùjar ipnotizza Heurtaux da due passi, Scuffet devia il missile calciato da Monzon e dice di no al colpo piazzato di Lodi. Se il Catania non trova il goal, è soprattutto merito di questo ragazzino diciassettenne, vero uomo partita che sta facendo impazzire l’Italia calcistica.
Udinese-Catania per alcuni rappresenta già la definitiva consacrazione di questo Simone Scuffet, sconosciuto fino a qualche tempo fa, e adesso, indicato forse frettolosamente come vice Buffon in chiave nazionale: una partita da dimenticare per il tifo rossoazzurro, ma chissà che questi novanta minuti non passino alla storia, per quei tanti che vedono nel baby prodigio friulano un futuro già scritto.