Uniti sotto un’unica bandiera: la TRINACRIA !
La bandiera venne utilizzata per la prima volta nel 1282 durante la Rivoluzione del Vespro dai siciliani, volendo simboleggiare l’unità della Sicilia nello scacciare gli Angioini
- Curiosità
- 30/03/2014

- di Mario Catalano
30 marzo 1282. Rivolta dei “Vespri Siciliani“. Legenda vuole che a scatenare la rivolta sia stato un soldato dell’esercito francese che si era rivolto in maniera irriguardosa ad una giovane donna, accompagnata dal consorte. La reazione dello sposo che ne conseguì rappresentò la scintilla che diede inizio alla rivolta. Un giovane, che aveva assistito al fatto, trasse la spada dell’ufficiale e lo uccise con la sua stessa arma. Proprio in quel momento le campane suonavano i rintocchi dell’ora del vespro. Tutti i presenti gridarono unanimemente: “muoiano i francesi“. Tale frase suscitò in Dante Alighieri i versi: « Se mala segnoria, che sempre accora li popoli suggetti, non avesse mosso Palermo a gridar: “Mora, mora!”. »
Durante i Vespri Siciliani per la prima volta venne utilizzata la “Trinacria” (da cui trae origine il nome del giornale), che fu adottata ufficialmente, su proposta dell’allora presidente dell’Ars Nicola Cristaldi con legge regionale n.1 del 2000, come bandiera della Sicilia. Il simbolo della trinacria è oggi conosciuto perché oltre ad essere presente nella bandiera della Sicilia, è presente in quella dell’Isola di Man. La sua storia e’ articolata e per alcuni versi ancora avvolta nel mistero, o comunque nella indeterminatezza, poiché si ricollega alla mitologia. La trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale si irradiano tre gambe piegate all’altezza del ginocchio. La Gorgone è un personaggio mitologico, che secondo il poeta greco Esiodo, rappresentava le tre figlie di Forco e Ceto, due divinità del mare: Medusa (la gorgone per antonomasia), Steno (la forte) ed Euriale (la spaziosa). Le tre gambe rappresentano i tre promontori, punti estremi dell’isola - capo Peloro (o punta del Faro, Messina: nord-est), capo Passero (Siracusa: sud), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala: ovest) – la cui disposizione, si ritrova nel termine greco triskeles, e si ricollega al significato geografico: treis (tre) e akra (promontori): da cui anche nel latino triquetra (a tre vertici).
Mario Catalano
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