Daniele Davì: “C’è sempre chi si approfitta dei sogni altrui”

Giovane talento siciliano, nato nel 1984. Ha parlato della sua passione e di quello che i giovani dovrebbero fare oggi.

Eventi e Spettacolo
29/03/2014

di Luca Macaluso

Allora, innanzi tutto, chi è Daniele Davì e da cosa nasce la passione per il canto e la musica?

Daniele Davì è un ragazzo palermitano, nato l’11 Agosto del 1984. La passione per il canto nasce in tenera età, sin da piccolo cantavo per le recite scolastiche, ma fino a quel momento era una cosa inconsapevole. La voglia di iniziare a fare qualcosa di più serio è arrivata nel 2009, la prima band vera, e le prime esibizioni sui palchi, da lì in poi non ho più smesso.

Quali sono stati i momenti più importanti e che ricorderai sempre con molto piacere?

Quello più importante in assoluto è stato all’età di 11 anni quando mio padre mi fece ascoltare una musicassetta dei Deep Purple, la canzone in particolare era Child in time ed io scambiai il cantante per una donna. Poi lui mi disse che era un uomo, e da lì la domanda: come può un uomo fare uscire quei suoni così acuti? Naturalmente gli strilli a 11 anni mi venivano benissimo, però penso sia stato uno degli eventi che mi hanno fatto iniziare a cercare di capire come funzionasse la mia voce, cosa che poi negli anni ho cercato di maturare, senza prendere nessuna lezione di canto.

Poi altri momenti, sono stati i primi live in giro per la sicilia, caricare gli strumenti sulle macchine e partire, andare ad incontrare gente nuova, vederli sorridere, tornare stanchi a casa, e ripartire l’indomani. Insomma belle sensazioni. Ricordo che in uno di questi live fuori da Palermo, ebbi la fortuna di poter suonare con Ricky Portera, famosissimo chitarrista di Lucio Dalla e fondatore degli Stadio.

Credi che la tua città valorizzi realmente la vostra passione?

Credo che si potrebbe fare meglio, fortunatamente cantare è una passione e tutti lo possono fare, naturalmente con vari risultati, però purtroppo, c’è sempre qualcuno che si approfitta dei sogni altrui. Basta vedere che per partecipare ad un festival, si devono spendere cifre importanti, anche per festival sconosciuti, che poi pur di avere numeri accettano tutti quelli che vogliono parteciparvi.

Sul fronte locali per la musica live, anche lì siamo un po’ indietro poiché non tutti sono a norma, e non parliamo dei compensi per le band, però fortunatamente ci sono anche qui delle belle realtà.

Che messaggio intendi mandare ai giovani che hanno la tua stessa passione?

Beh io non so cosa potrei dire in merito, dato che alla fine io non ho fatto nulla. Ci sono ragazzini che hanno fatto delle esperienze adesso, che io alla loro età non ho neanche sfiorato, ero più concentrato a giocare a pallone che a cantare.

Quello che posso dire è che comunque bisogna farlo con passione, di rimanere sempre con i piedi per terra, perché se questo sogno non si dovesse avverare, c’è sempre una vita da vivere e da approfondire, e che la passione può comunque restare ed essere portata avanti, senza per forza riempire uno stadio, o avere la propria faccia su copertine patinate.