Beni confiscati alla Mafia nell’Agrigentino, mai più inutilizzati

I Sindaci si attivino immediatamente

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Necessario un intervento immediato, quello riguardante i beni confiscati alle mafie nell’Agrigentino. La legge parla chiaro, entro un anno dalla consegna i beni devono essere affidati alle associazioni o utilizzati direttamente dai comuni. Nei casi di inerzia e omissione, l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata, nomina un commissario con poteri sostitutivi o provvede alla revoca della consegna agli enti locali. Un primo traguardo è stato raggiunto a Ribera, la quale ha ereditato 100 ettari di terreno proveniente da attività illecite, di origine Mafiosa. Un patrimonio che per anni ha vissuto nell’inerzia delle amministrazioni, senza essere consegnato alla collettività. Una denuncia alle autorità è servita a risolvere la situazione, in quanto subito dopo è stato pubblicato un bando. Questo è un esempio di quello che si tenterà di fare nell’Agrigentino, monitorando tutti i comuni della provincia, da Sciacca a Licata, da Canicattì a Siculiana, da Agrigento a Sant’Angelo Muxaro, chiedendo l’immediata l’applicazione della legge n. 109/96, che detta i dispositivi riguardanti l’assegnazione dei beni confiscati. Sono beni che rappresentano possibili sbocchi professionali per tantissimi giovani rimasti senza lavoro in un periodo di crisi come questo. Ci sono giovani che resistono alle minacce e alle imprecazioni mafiose, questi hanno il compito di liberare la Sicilia da un “cancro” che da anni la riconosce come terra di Mafia.

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Diplomata presso il Liceo socio-psico-pedagogico F. Crispi di Ribera. Studia Scienze della comunicazione per i media e le istituzioni presso l'Università degli studi di Palermo. Ha collaborato per il Giornale del Mediterraneo e Telejunior (telejato giovani).