Pulvirenti, un inguaribile ottimista

Il presidente del Catania crede ancora nella salvezza e critica le contestazioni

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Catania – Che fosse un tipo davvero ostinato era caratteristica ormai nota e in ambito calcistico questa determinazione lo ha portato a prendere in mano le redini del Catania Calcio nel 2004, al secondo tentativo dopo quello portato avanti nel 2000 ma vanificato dall’arrivo alla presidenza di un certo Luciano Gaucci. Le sue passioni sono sempre state tante, dalla distribuzione alimentare alla gestione di lussuose catene di alberghi, fino a quella parecchio deludente e dispendiosa relativa alla compagnia aerea Wind Jet; ma in realtà la sua inclinazione più genuina è da sempre orientata verso il calcio e la squadra che, grazie anche ai suoi sforzi, e riuscito a riportare nella massima serie e a mantenere dalla stagione 2006-2007 a oggi, stabilendo un record di permanenza della società. Già, fino a oggi: si direbbe che, conti alla mano, il campionato del Catania rappresenti il punto più basso della sua gestione e non faccia intravedere nessuno sprazzo di luce, ma il presidente Pulvirenti non è per nulla rinunciatario. In un ambiente in cui a sonore sconfitte susseguono silenzi stampa, l’unico highlander pronto ancora a scommettere sulla salvezza sembra essere proprio il patron catanese, che si dichiarerà sconfitto solo quando la matematica non sarà più benevola. Così, dalla pagina regionale della “Gazzetta dello Sport”, le uniche intemperanze che mostra di avere sono rivolte alla sfortuna che perseguita quest’anno la sua squadra e all’atteggiamento dei tifosi durante la partita contro il Napoli. Quella con i partenopei, secondo Pulvirenti, è stata una gara in cui la mala sorte ha fatto la sua parte: << Il palo di Keko, l’occasione di Barrientos col portiere fuori dall’area, il palo dello stesso Pitu e così via. Inoltre 3 delle 4 reti del Napoli sono state rocambolesche. Ancora una volta penalizzati dalla sfortuna, assurdo quello che ci è capitato quest’anno >>.

La convinzione resta quella di poter evitare la retrocessione e quella del presidente è così forte da promettere addirittura degli incentivi alla squadra in caso di obiettivo raggiunto: << Non ci arrendiamo e andiamo avanti. Io alla permanenza della categoria continuo a crederci tanto da aver fissato un premio salvezza [...]Dobbiamo riuscire a giocare lo spareggio di Bologna alla penultima giornata con 3 punti massimo di svantaggio >>.

Capitolo tifosi. Il presidente non ha gradito i fischi del Massimino di mercoledì che hanno caratterizzato tutta la partita sin dall’inizio prendendo di mira lo stesso Pulvirenti al grido di “Presidente, facci un gol” e il suo vice Cosentino e, dopo i primi due gol del Napoli, anche Andujar: << Ai miei tempi, quand’ero un tifoso di curva, solo a fine partita si decideva se applaudire o fischiare, non dal primo minuto di gioco. Anche perché in questo modo si finisce per fornire un alibi ai giocatori. Ma evidentemente i tempi sono cambiati, anche se faccio fatica a comprendere. Io nel mirino dopo 8 anni di A? Dico solo che questo mi porta a fare delle riflessioni a livello umano >>.

Il pericolo Serie B però è dietro le spalle, in tutti i sensi, e nonostante l’ottimismo Pulvirenti non esclude che tale eventualità accada, ma ribadisce che il suo Catania sarà pronto anche in caso di retrocessione: << Per una società come la nostra c’è sempre il piano B, senza tralasciare che questa per molti versi rimane un’annata irripetibile. L’aspetto più importante in ogni modo è avere i conti in ordine, questo permette di affrontare un’eventuale retrocessione senza subire scossoni o andare in sofferenza. Anche quest’anno chiuderemo il bilancio in attivo [...] In ogni caso io non smantellerò la squadra ma custodirò gelosamente il patrimonio dei calciatori. Non svenderemo >>.

Il nuovo stadio come specchio per le allodole? Pulvirenti sbotta e mal digerisce le voci, o come dice lui  le “fantasie”, che riguardano tale argomento: << Ne ho sentite tante a questo proposito, che sia stato un modo per rimediare alla crisi agonistica o per distogliere l’attenzione dai fatti sportivi. Fantasie, la legge è stata varata a dicembre e per concludere la trattativa c’è voluto tempo. Il fatto di voler ugualmente lo stadio significa ritenere il rischio retrocessione un semplice incidente di percorso >>.

Incidente di percorso dunque. Ma, a quanto pare, per Pulvirenti si può ancora sperare di rimanerne illesi.