Palermo, una marcia per la vita

Intervista alla professoressa Aiello, docente di teologia morale

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Anche quest’anno si celebra a Palermo la giornata per la vita, istituita dal consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. A Palermo anche quest’anno si svolge “La Marcia per la vita ” organizzata dal “Forum Vita Famiglia Educazione” promossa da oltre 50 sigle tra cui da sempre spicca la Milizia dell’ Immacolata Sede Regionale. La marcia avrà luogo il Il 5 aprile 2014 partirà da Piazza Croci alle ore 16:30 per arrivare a Piazza Verdi dove interverranno quest’anno, quali “testimoni per la vita”, i componenti di una famiglia di 10 figli. La marcia per la vita” nasce autonomamente e spontaneamente da laici cattolici ai quali il Diritto Canonico attribuisce ampia autonomia. Marce del genere vengono organizzate ogni anno in alcune parte del mondo come:Washington, Parigi, Bruxelles, Madrid ecc… L’iniziativa viene sostenuta e condivisa da altre realtà culturali sensibili ai temi della bioetica. La giornata, nasce per promuovere il senso e il rispetto della vita, alla base di ciò il continuo dilagare della cultura della morte. L’Aborto pratica omicida sempre esistita, vede ad oggi ancora numerosi medici disponibili a praticarlo in cambio di denaro, per rispondere alle numerose richieste delle donne, che oltre essere mandanti della morte del proprio figlio, decidono di negarsi il momento in cui diventano collaboratrici di Dio nella creazione. Per approfondire l’argomento, incontriamo la Prof.ssa Salvina Aiello docente di teologia morale presso la Scuola di Teologia di Base della Diocesi di Palermo , nonché membro dell’Accademia di Bioetica presso la Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo, presidente della Milizia dell’Immacolata di Bagheria (PA), che promuove e partecipa alla marcia della vita.

Prof.ssa Aiello, ci spiega cos’è l’aborto?

Aborto viene dal latino “ ABORIOR” e significa morire prima della nascita. Si tratta della soppressione dell’embrione umano prima della sua nascita. L’ aborto può essere spontaneo o procurato. Quello spontaneo si verifica quando l’interruzione della vita dell’embrione non è voluta dalla madre ansi, può essere subita con dolore. Le cause di questo evento posso essere varie ed imprevedibili: alcune derivano da malformazioni dell’embrione stesso, altre da anomalie o disturbi proveniente dall’organismo della madre come le infezioni, medicinali, fattori immunitari, cause psicologiche o ambientali, traumi ecc. l’Aborto procurato o diretto, produce l’uccisione deliberata e diretta comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita. Chiaramente la responsabilità morale è legata alla seconda opzione.

A fronte di una società culturalmente più preparata e più informata, perché si continua a praticare l’aborto, piuttosto che percorrere la via della prevenzione, o accedere ai servizi di adozione alla nascita?

Innanzitutto gli interessi economici delle lobi farmaceutiche, che producono farmaci abortivi per “agevolare” la donna. Malgrado la preparazione culturale della società c’è una diffusa l’ignoranza sui metodi applicati per procurare l’aborto, infatti se tali metodi fossero conosciuti nessuna donna lo praticherebbe. Molte donne invece sono istruite , benestanti e ciniche, pronte a compiere questo delitto per non rovinarsi la carriera o per pura insensibilità frutto di un edonismo sfrenato che caratterizza la nostra epoca storica, a questo aggiungiamo una progressiva scristianizzazione e laicizzazione sociale che hanno prodotto uno spaventoso relativismo morale per cui il bene e il male sono frutto della percezione personale. Sono in pochi a conoscere le leggi che permettono di dare in adozione la propria prole non riconoscendola alla nascita. In fine è scoraggiante la scarsa informazione tra i credenti riguardo questa pratica e le sue implicanze morali. Se è vero che il Magistero negli ultimi decenni ha prodotto un elevato numero di documenti sull’argomento, e pur vero che tali documenti vengono letti solo dagli “addetti ai lavori”, quindi la maggior parte del santo popolo di Dio, non è al corrente della grave responsabilità morale che si assume chiunque lo pratichi. Non sono molti i Pastori che comunicano efficacemente questi concetti.

A tale proposito, qual’è la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, nei confronti dell’aborto e di chi lo pratica?

Vediamo la Sacra Scrittura, Genesi 9,5 recita: “Del sangue vostro, ossia della vostra vita io domando conto. Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l’uomo”. Esodo 23, 7 “Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole”. V° Comandamento: “Non uccidere”. L’ Antico Testamento ha sempre ritenuto il sangue come un segno sacro della vita. L’uccisione volontaria di un innocente è gravemente contraria alla dignità dell’essere umano, alla Regola d’Oro e alla santità del Creatore. Numerosi sono i documenti della Chiesa, come la “DIDACHE’” catechismo risalente alla fine del I° – II° secolo : “Non sopprimere il figlio con l’aborto e non ucciderlo appena nato…”. Ad oggi numerosi sono stati i documenti emanati costantemente dalla Chiesa, come: “Catechismo della Chiesa Cattolica” n°2270, “Evangelium Vitae” di Papa Giovanni Paolo II, “Humanae Vitae” di Papa Paolo VI°, “Donum Vitae” Congregazione per la Dottrina della Fede, “Dichiarazione della Congregazione sull’aborto procurato” ecc. Il Magistero ribadisce in maniera costante la condanna morale di qualsiasi aborto procurato, affermando con forza che la vita umana una volta concepita deve essere protetta con la massima cura. Dal primo istante della sua esistenza l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita. Il Codice di Diritto Canonico, canone 1398 prevede la scomunica “LATAE SENTENTIAE” non solo per la donna che decide di abortire ma anche per tutti coloro che vi cooperano, come: medici, infermieri, e consiglieri. Specifichiamo che scomunica“LATAE SENTENTIAE” significa porsi automaticamente fuori dalla comunione della Chiesa dall’istante in cui si esegue la pratica, senza attendere dichiarazioni ufficiali. E’ importante sapere che la scomunica può essere rimossa soltanto dal Vescovo o dai sacerdoti abilitati a dare l’assoluzione.

Quanto incide la fede nell’individuo che esegue tali tecniche?

La fede è fondamentale. In quanto il fedele praticante prima di compiere un atto simile, sicuramente andrà a chiedere consiglio al proprio Pastore. Oggi moltissimi medici sono “Obiettori di Coscienza” rifiutando di compiere quello che a tutti gli effetti è un omicidio, ricordiamo medici abortisti che si sono convertiti come gli americani Abby Johnson e Bernard Nathanson o l’italiano Salvatore Oriente , che ha speso la sua vita praticando migliaia di aborti, ed il suo motto oggi è diventato “ Mai più morte, fino alla morte”.

 

*L’iniziativa, lancia un appello all’associazionismo e alla cittadinanza affinché aderiscano e partecipino alla marcia in nome della difesa della vita e della famiglia oggi seriamente minacciate da una cultura della morte che avanza nella società, e vuole lanciare un messaggio di speranza, soprattutto ai giovani: è ancora e sempre possibile “Generare futuro”! Per aderire alla marcia contattare l’organizzazione alla seguente email marciaperlavita@gmail.com l Portavoce del Forum Diego Torre.

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Laureata in Graphic Designer con 110 e lode, diplomata in Arte della Fotografia e della Grafica pubblicitaria. Specializzata in Photoreporter. Esperta in Comunicazione Artistica. Espone e pubblica dal 2008 ad oggi. Ultima Mostra personale presso l'Italian Cultural Foundation of New York at Casa Belvedere houses. Ha creato e presentato diversi format per tv web, è stata reporter per quotidiani e riviste regionali e nazionali. Cura la critica di mostre ed artisti. per ulteriori info il sito ufficiale http://www.elisamartorana.jimdo.com