“Noi siamo con te”
Pino Maniaci è stato convocato dalla Procura di Caltanissetta come persona informata sui fatti riguardanti l’indagine “beni confiscati”. Il giornalista potrà finalmente fornire la documentazione che dimostra la nomina dell’avvocato Seminara totalmente inopportuna
- Cronaca
- 24/03/2014

La procura di Caltanissetta ha aperto un indagine, momentaneamente a carico di ignoti, sulla gestione dei beni confiscati. A denunciare il tutto, è stato Pino Maniaci (TeleJato). Secondo le prove documentali raccolte dal giornalista, sorge un chiaro conflitto di interessi su incarichi riguardanti la gestione di diversi Hotel, dopo il sequestro scattato ai danni degli alberghieri Ponte di Palermo. Il conflitto di interessi sorge nel momento in cui all’avvocato Gaetano Cappellara Seminara viene assegnata la gestione di tali sequestri. La nomina dovrebbe essere infatti revocata, dato che, l’avvocato, è già titolare di un altro hotel a Palermo, situato nella zona centrale della città. Secondo il giornalista di Telejato infatti, il Seminara Possiede il 95% delle quote Legalgest Consulting srl, proprietaria dell’albergo. Ma non è ancora finita. L’amministratore delegato, è la nonna dello stesso, mentre la quota restante appartiene, come se tutto ciò non bastasse, alla figlia. A seguito di tali dichiarazioni, Pino Maniaci è stato richiamato dalla Procura di Caltanissetta in quanto persona informata dei fatti. In tale sede il giornalista potrà finalmente fornire la documentazione che dimostra la nomina dell’avvocato Seminara totalmente inopportuna. Ma a Caltanissetta non si parlerà solo di questo, la carne al fuoco è tanta, e la griglia è a dir poco incandescente. “Siamo pronti, aspetto le prossime convocazioni, andiamo avanti con forza”, queste le dichiarazioni a noi rilasciate da Pino Maniaci, il giornalista che da ormai più di quindici anni si schiera in prima fila nella lotta alla mafia. TrinacriaNews24 seguirà lo svolgersi dei fatti.
La redazione di TrinacriaNews24, non può che rinnovare il proprio in bocca al lupo a quest’uomo che per tutti noi rappresenta un esempio. Non sono bastate le minacce, non sono bastate le aggressioni fisiche. Pino è qui, e continua a lottare, ma soprattutto, insegna a cominciare a lottare, proprio come ha fatto con noi. Per settimane abbiamo insieme a lui seguito il “caso beni confiscati”, adesso, stringendoci al suo fianco, urliamo: “Pino vai avanti, noi siamo con te”.
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