Mafia, 10 anni a Mercadante
Per il deputato di FI alla fine arriva la condanna di secondo grado a 10 anni e 8 mesi
- Cronaca
- 22/03/2014
- di Fabrizio Passalacqua
E’ giunta ad una svolta la vicenda processuale per l’ex deputato regionale Giovanni Mercadante, condannato in Corte d’Appello a 10 anni e 8 mesi per il reato di associazione mafiosa. Tutto è cominciato nel luglio 2006, quando l’esponente di FI viene arrestato con l’accusa di associazione mafiosa, essendo ritenuto un punto di riferimento per Bernardo Provenzano tramite Tommaso Cannella, cugino di Mercadante e boss di Prizzi. Sempre secondo gli inquirenti, il poitico, avrebbe aiutato e dato disponibilità dell’ospedale in cui lavorava in favore degli associati, anche latitanti, oltre a redigere documenti sanitari di favore, in cambio dell’appoggio elettorale di Cosa nostra per le elezioni regionali in cui era candidato. “Giovanni Mercadante è una creatura di Provenzano, dottore!” queste erano state le parole del collaboratore di giustizia Nino Giuffrè nel 2002.
Nel processo di primo grado, nel luglio 2009, l’esponente di Fora Italia viene condannato a 10 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa; Il 21 febbraio 2011 invece, la sezione della Corte d’appello di Palermo assolve l’ex deputato Giovanni Mercadante dalle accuse perché “Il fatto non sussiste“. Viene rilasciato dopo avere scontato quasi sei anni tra carcere ed arresti domiciliari per motivi di salute. Attenzione però, perchè il 24 febbraio 2012 la corte di Cassazione annulla con rinvio la sentenza d’appello accogliendo il ricorso della Procura generale di Palermo, dunque i giudici lo (ri)condannano a dieci anni e otto mesi, confermando così la sentenza di primo grado del luglio 2009.
Mercadante, radiologo, 66enne, parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, secondo l’accusa, sarebbe stato il medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica.
A dare un grande impulso alle indagini sono state le intercettazioni ambientali realizzate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante è emerso tante volte, collegato sempre ad affari illeciti. Per l’accusa l’ex parlamentare di centro-destra sarebbe stato «pienamente inserito nel sodalizio criminoso». Una conclusione confermata da diversi “pentiti” : da Nino Giuffrè ad Angelo Siino e Giovanni Brusca. Giuffrè racconta di essersi rivolto al medico, su indicazione dello stesso Provenzano, per fare eseguire alcuni esami clinici al latitante agrigentino Ignazio Ribisi. Siino parla lo definì «uno dei più grossi favoreggiatori» del padrino di Corleone; Brusca lo etichetta come «persona disponibile».
Per i giudici, il dottor Mercadante durante la sua carriera politica ha più volte offerto prestazioni sanitarie in favore di latitanti e consociati mafiosi per ottenere in cambio, l’appoggio elettorale di Cosa Nostra per tutte le votaioni a cui l’ex deputato faceva parte.
L’ex democristiano va ad aggiungersi alla lista dei medici affiliati alla malavita siciliana: dal dott. Navarra (mentore di Luciano Liggio) a Salvatore (Totò Vasa Vasa) Cuffaro, passando per Gioacchino Pennino per arrivare a Raffaele Lombardo.
Ovviamente nulla è ancora certo,si intende, anche perchè i legali di Mercadante hanno presentato ricorso in terzo grado quindi, fino a quel punto si potrà avvalere della presunzione di innocenza d’altronde come dice il detto due indizi (le condanne in questo caso) non fanno una prova, anche se…
Fabrizio Passalacqua
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