Controlli nei locali di Catania, altri sequestri e sanzioni
La ristorazione catanese ancora sotto l’occhio del ciclone
- Cronaca
- 21/03/2014

- di Veronica Alongi
Catania – Ancora controlli nei locali e negli esercizi pubblici più noti di Catania di cui si occupa una task force fortemente voluta dal questore Salvatore Longo e a cui hanno preso parte un’unità di esperti che comprende personale della Polizia scientifica, dell’Asp 3, Inail, Vigili del fuoco, Ispettorato del lavoro e Polizia municipale. Il loro lavoro di verifica, iniziato intorno alla fine di gennaio, consiste nel passare al setaccio alcuni dei più rinomati locali all’ombra dell’elefante, luoghi simbolo della movida catanese e di cui si vogliono accertare le condizioni igienico-sanitarie, oltre all’ osservanza delle norme contrattuali in materia di assunzione dei lavoratori e il rispetto della sicurezza. La situazione in tal senso è apparsa finora desolante: in molti di questi esercizi pubblici sono stati ritrovati cibi al limite della putrefazione, prodotti alimentari scaduti, sporcizia, violazioni di ogni tipo che hanno causato multe salatissime e il ritiro di numerose licenze. Insieme ai controlli effettuati nelle settimane scorse in bar di notoria conoscenza, come il “Saint Moritz”, in panifici di dubbia pulizia, come quello infestato da blatte scoperto alcuni giorni fa, e in ristoranti etnici come il cinese la “Grande Muraglia” o altri locali di spicco come il “Ma”, si uniscono gli accertamenti eseguiti stamane presso i seguenti esercizi:
Ristorante “Antica trattoria La Paglia” in via Pardo: il titolare è stato sanzionato amministrativamente per le precarie condizioni igienico-sanitarie nonché per talune modifiche non autorizzate alle attrezzature della cucina. Si è proceduto, altresì, al sequestro di 2 kg di tonno e di un 1 kg di polpa di ricci, per mancanza di tracciabilità. Sono state contestate sanzioni per 2.500 euro.
Ristorante “Trattoria-Macelleria M.M” in via Pardo: il titolare è stato sanzionato amministrativamente per le carenti condizioni igienico-sanitarie riscontrate nei locali della cucina. Sono stati sequestrati 2 kg di tonno e 2 kg di pesce spada, per mancanza di tracciabilità. È stata accertata, altresì, la presenza di un lavoratore non regolarmente assunto. Per le infrazioni riscontrate sono state contestate sanzioni pecuniarie per circa 9.000 euro.
Ristorante “L’Ostello”, in piazza Currò: nessuna irregolarità veniva riscontrata per quanto riguarda la tenuta degli alimenti e le condizioni igieniche dei locali ma sono state riscontrate talune modifiche strutturali non autorizzate nei locali della cucina. Uno dei titolari del locale è stato indagato per il reato di frode nell’esercizio del commercio, per aver omesso di indicare in modo univoco la presenza di alimenti surgelati, che venivano venduti allo stesso prezzo di quelli freschi. Si è accertato, infine, la presenza di due lavoratori non regolarmente assunti. Per quanto rilevato si procedeva a contestare al titolare sanzioni pecuniarie per circa 9.000 euro.
Ristorante-pizzeria denominato “Al vicolo pizza e vino”, di via del Colosseo: nessuna irregolarità veniva riscontrata per quanto riguarda la tenuta degli alimenti e le condizioni igieniche dei locali ma è stata accertata la mancanza di alcune autorizzazioni per il regolare esercizio dell’attività, la presenza di un locale deposito non autorizzato, nonché l’occupazione abusiva del suolo pubblico: lungo il marciapiede erano infatti sistemati tavoli e sedie che impedivano il passaggio dei pedoni. In ultimo, si riscontrava la presenza di due lavoratori “in nero”. Per le infrazioni è stata irrogata una sanzione pecuniaria di circa 11.000 euro.
Ristorante-Pizzeria “La Collegiata”, in via Collegiata: il titolare veniva sanzionato amministrativamente per le precarie condizioni igienico-sanitarie della cucina, nonché per talune modifiche non autorizzate alle attrezzature di lavoro. Si accertava, inoltre, poi la mancanza di alcuni attestati di formazione del personale, nonché il mancato aggiornamento della certificazione haccp. In ultimo, veniva accertata la presenza di due lavoratori “in nero”. Per le sopradette infrazioni sono state contestate sanzioni per circa 14.000 euro.
Ristorante “Bonù”, in Corso Italia: nessuna irregolarità veniva riscontrata per quanto riguarda la tenuta degli alimenti e le condizioni igieniche dei locali ma è stata contestata una sanzione pecuniaria di circa 1.000 euro per modifiche strutturali non autorizzate dei locali.
Le irregolarità riscontrate ammontano ad una cifra pari a 50.000 euro; numeri che spingono le autorità competenti a continuare nelle indagini e a colpire proprio quei locali ritenuti rispettabili, ma in cui spesso la qualità delle pietanze offerte non è minimamente paragonabile al conto salato cui i clienti devono far fronte.
Veronica Alongi
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