Mettiamoci una CROCE-tta sopra !

Il Presidente della regione siciliana Crocetta per ripianare i debiti accumulati dalla P.A. ha deciso di ricorrere ad un mutuo trentennale della cifra di 1 miliardo di euro

Conferenza stampa di Rosario Crocetta per lo sviluppo ferroviario della Sicilia

Il Presidente della regione siciliana Rosario Crocetta ha deciso di ripianare i debiti accumulati dalla P.A. ricorrendo ad un mutuo trentennale dalla “modica” cifra di un miliardo di euro che per due terzi servirà a colmare i debiti nei confronti delle aziende sanitarie siciliane. Un prestito che verrà pagato dai siciliani, in “comode” rate da 57 milioni l’anno, per 30 anni. Un mega-mutuo al tasso di interesse variabile del 4,3%, che alla fine costerà all’Isola quasi più del doppio della cifra finanziata: oltre 1,9 miliardi di euro. Alle Asp andranno 606 milioni di euro. I restanti 347 milioni dovranno essere suddivisi tra Enti locali (Comuni e Regione). Ai primi spetterà una “fetta” non superiore ai due terzi di quei 347 milioni complessivi.

Ora, la domanda da parte dei parlamentari siciliani è la seguente: “a quali imprese andranno queste ingenti somme di denaro?” La Giunta regionale ha risposto con un elenco che, stando alle rassicurazioni dell’assessore all’Economia Luca Bianchi sarebbe già stato depositato in Commissione bilancio. Una lista, però, ancora non “definitiva”. Al di là dei nomi, comunque, “l’origine” delle imprese fa discutere, e anche tanto. Molte delle quali, infatti, non avrebbe la propria sede legale in Sicilia. In diversi casi si tratterebbe di grandi multinazionali del farmaco.Mutuo trentennale, siciliani condannati a pagare trent’anni di tasse? Attualmente in Sicilia i valori di Irpef e Irap sono quelli fissati dal passato governo per sostenere il “piano di rientro della Sanità”. Con questa maxi-manovra si è consentito di ripianare già due terzi del “buco” da 330 milioni. Proprio per “colmare” quel buco, la Regione durante il precedente Governo ha deciso di aumentare l’Irpef di mezzo punto, dall’1,23 all’1,73%, e l’Irap, dal 4,85% al 5,25%, cioè tasse nei confronti dei cittadini siciliani che ammontano a circa 190 milioni per l’Irpef e quasi 128 milioni per l’Irap. Percentuali che devono essere mantenute per i prossimi trent’anni, proprio per sostenere le spese del mutuo.

Ma quelle sono tasse che i siciliani non dovrebbero più pagare, visto che ormai quel buco della Sanità si è ridotto a poco più di cento milioni”. queste le parole del deputato Falcone. Ecco la proposta alternativa: riportare l’Irap al livello precedente al Piano di rientro e abbassare l’Irpef di quasi 0,1 %. “Ciò comporterebbe – spiega Falcone – un risparmio di 30 milioni per i cittadini siciliani e di 128 milioni per le imprese”.

Diversa la proposta del Movimento cinque stelle: “La Regione tagli stipendi e pensioni d’oro. I soldi li riprendano da lì, invece di condannare la Sicilia a trent’anni di tasse”.

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Mario Catalano

Diplomato presso il Liceo Scientifico "Nicolò Palmeri" di Termini Imerese. Studente della facoltà di Giurisprudenza di Palermo.