(Non) C’era (nemmeno) una volta in Sicilia – #2

In questa storia, difficilmente sentirete parlare di “Eroi”. I protagonisti sono solo dei semplici esseri viventi non dotati di super poteri, ma solo di tanta normalità e pazienza. E come ogni essere vivente, anche loro, sono destinati ad ammalarsi. Le pozioni magiche non esistono più. E se, anche la sanità, si dovesse ammalare?

(Non) C'era (nemmeno) una volta in Sicilia

Capitolo 2: Sanità Malata.

Nella terra di mezzo, le pozioni magiche non esistono più da molto tempo. Alcuni ignoti, anni or sono, hanno rubato tutte le pozioni magiche presenti nelle abitazioni degli abitanti del popolo della terra di mezzo. Pozioni, che erano destinate alla cura di alcune malattie, a cui le persone (non dotate di poteri), sono solite ammalarsi. Non restava che affidarsi alle strutture ospedaliere … Ma se, anche la sanità, iniziasse ad ammalarsi? Cosa potrebbe succedere nella terra di mezzo?

Carenza di personale, contratti in scadenza, milioni spesi per attrezzature inutilizzate, e milioni mancanti per le attrezzature da utilizzare. Per non parlare delle attese lunghissime nei pronti soccorso, e la costante degenerazione della legge 104/92 (che, permette delle agevolazioni per potersi allontanare dal posto di lavoro per assistere dei familiari).
Questo è il referto medico, dell’attuale condizione in cui si trovano la maggioranza delle strutture ospedaliere in Sicilia. Se ciò non bastasse per portare a livelli massimi l’allerta per la criticità dello stato medico del “paziente” in questione, va pure aggiunto il problema della “Malasanità”.
Un studio portato avanti dalla “Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario” dimostra che, negli ultimi anni, su circa 570 denunce per errori medici, 117 arrivano dalla Sicilia. Di queste 570 denunce, 261 riguardano casi che hanno portato al decesso del paziente. E qui, il dato si fa ancora più drammatico poiché: dei 261 pazienti deceduti, 84 vengono dalle strutture siciliane. Ovvero, quasi 1/3 di loro.
Basta pensare, a quanto successo all’inizio del 2014 all’ospedale San Giovanni di Dio, ad Agrigento, per capire in che condizioni si trova la sanità siciliana. Un uomo di 65 anni si è recato all’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento in seguito all’ avvertimento di forti dolori al torace. A causa del mancato funzionamento del macchinario per le Tac, l’uomo, è stato trasferito prima all’ospedale di Canicattì in ambulanza, e poi, in seguito ad un peggioramento per il mancato intervento tempestivo, in elisoccorso a Palermo dove ha perso la vita. Il macchinario in questione è rimasto per oltre due settimane non funzionante. Sempre per lo stesso motivo, è stata aperta un’altra inchiesta interna all’ospedale di Agrigento, riguardante la morte di una donna in seguito ad una emorragia celebrale, post parto. Ad oggi, sono 14 i medici sotto indagine.
Non meno grave, quanto successo a Messina, dove un paziente ricoverato presso il reparto di rianimazione è stato ritrovato con delle larve al naso, e con altri insetti presenti nella propria stanza.
Mentre all’ospedale Civico di Palermo, il mese scorso, una ragazza di 18 anni è morta a causa di un “ascesso dentale” che, ha causato uno shock settico polmonare, per il mancato intervento all’infezione dentale.
Questi sono solo dei tristi, e non isolati, esempi di malasanità. Casi di malasanità sempre più numerosi che, si vanno ad aggiungere alle numerosissime morti causate dal mancato intervento tempestivo nei pronti soccorsi degli ospedali.
Per risolvere il problema della malasanità siciliana l’assessore alla sanità della giunta regionale di Crocetta, Lucia Borsellino, ha presentato un piano per la “rimodulazione dei posti letto, nella sanità pubblica”. Ecco in cosa consiste: 1.500 posti letto che verranno destinati a nuovo utilizzo in tutti gli ospedali della regione. Utilizzando un termine tecnico, verranno “rimodulati”, ovvero: verrà abbassata la media fino al 3% (per ogni mille abitanti) per i pazienti con malattie “acuzie”, ed aumentate fino allo 0,7% ( sempre ogni mille abitanti), i posti letto per le lungodegenze e riabilitazioni.
La relazione tecnica del piano per la sanità, prevede anche il “concetto di rete integrata dei servizi”. Che consiste, attraverso il mantenimento dei piccoli e medi presidi ospedalieri, nella formazione dei così detti “Ospedali riuniti”.
Le critiche non sono mancate, per il piano sanitario della Borsellino che, a detta di alcuni, andrebbe a “toccare” maggiormente alcune provincie (come quella di Catania, dove la rimodulazione dei posti letto è più numerosa) rispetto ad altre (come quella di Palermo, dove il piano ospedaliero resta quasi invariato). Per non parlare del problema degli “ospedali riuniti” che, comporterebbe la chiusura di alcuni reparti nei piccoli centri ospedalieri.
Per quanto riguarda le nomine alle “ASP” (Azienda Sanitaria Provinciale, che si occupa delle relative prestazioni sanitarie in base al proprio territorio), Crocetta continua a prendere tempo scatenando le ire dell’opposizione. In passato le nomine per le ASP sono state oggetto di delusione, poiché, anziché nominare professionisti del mestiere ci si è limitati ad affidare questo incarico a uomini politici, trasformando l’ASP in un apparato di partito vero e proprio che, sicuramente, non ha brillato in quanto a decisioni tecniche. Basta guardare a quanto successo appena due mesi fa, all’ASP di Messina, dove Magistri è stato rimosso dal proprio incarico perché, così spiega Crocetta: “agiva contro le indicazioni del governo, non rispettando le delibere di giunta, e i decreti assessoriali sui punti nascita, come se fosse il padrone della sanità”.
Forse il Presidente, sta temporeggiando a nominare i dirigenti, di  aziende così fondamentali per il futuro della sanità, per non incombere in questi vecchi errori?
Basterà, oltre che nominare uomini di competenza … destinare meno posti letto alle malattie “gravi” o di “massima gravità”, aumentando quelli, invece, relativi a lungodegenze e riabilitazioni … per curare il sistema sanitario siciliano? Qualcosa che si sta ammalando sempre di più, può curare chi ha bisogno di cure?
Nell’attesa di risposte, e in mancanza di pozioni magiche -magicamente sparite via- non ci resta che sperare di non ammalarci.

Nicola Madonia