Wednesday, March 12, 2014

TrinacriaNews24

Addio province: Crocetta vince ma non “convince” ricomincia il triste balletto tra la parti

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“Con l’approvazione di questa legge, abbiamo scritto la storia in Sicilia”. Questo è il commento secco e lapidario del governatore Crocetta. La legge sulle province è realtà, ieri l’ARS ha votato con un’ampia maggioranza, rivista anche la posizione dei grillini che erano partiti scettici, ma che poi alla fine hanno deciso di collaborare. 62 favorevoli, 2 astenuti, 4 contrari. Approvata la legge, subito le polemiche dell’opposizione che non si risparmia definendo il provvedimento importante solo per l’impatto mediatico che ha, esaltando l’operato di un governo che non avrebbe poi cosi nulla di esaltante. Insomma si parla solo di “legge-spot”, mentre il PD vede l’approvazione della legge come un fattore che funge da apripista per l’intera nazione, il gioco delle parti come sempre ha inizio. Il balletto coreografico di assoluta tristezza prende forma, l’opposizione critica senza sapere in fondo cosa critica, (solo perchè deve criticare) gli adepti del Governatore gridano al successo imperiale, mentre condannano l’aula per il silenzio dei deputati per le minacce rivolte al Presidente della Regione.

Ecco che vi mostriamo i fatidici passi del balletto a suon di dichiarazioni:

Gucciardi (Pd): “Altro che lesione costituzionale su questa legge. Non ho compreso l’opposizione, per quanto rispetti l’opinioni di tutte. Forse si è trattato della paura nei confronti del ‘nuovo’.

Ragusa (Udc): ”Il mio partito voterà a favore, leale a questo governo, come ha sempre fatto”.

Di Mauro (Pds): “Eravamo da sempre per l’abolizione delle Province. Ma questa idea di Liberi consorzi è molto diversa da quella che avevamo. Non si è mai parlato infatti mai del contenuto dei Liberi consorzi stessi. Se si voleva rispettare il dettato dello Statuto, avremmo dovuto discutere sui valori e i progetti sui quali sarebbero dovuto sorgere i liberi consorzi. Il mio gruppo si asterrà dal voto”.

Musumeci: “Questa legge è destinata solo ai giornali. E questo accade quando la smania di protagonismo va oltre ogni altra regione. Questa riforma è una trovata, usata per la ‘politica spettacolo’. Dove sta il risparmio, se tutto verrà trasferito dalle Province ai liberi consorzi. Questa è una legge frutto anche dell’azione di qualche consulente quaquaraqua. Avete smantellato le Province con una furia cieca e giacobina, senza sapere nemmeno come sostituirle. Tra qualche mese, sarà chiaro l’imbroglio. Si parla tanto dei finanziamenti europei per le città metropolitane: somme che ammontano in tutto a 80 milioni per i prossimi sei anni, molto meno di quanto destinato negli anni passati dal governo nazionale alle città di Palermo e Catania.

Assenza (Forza Italia): ”Le contraddizioni in questa legge sono tantissime, a partire dall’articolo 1. E non faremo che rinviare sine die, alla dea bendata l’effettiva attivazione dei nuovi enti, togliendo nel frattempo ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti. Unico risultato ottenuto: quello di commissariare per due anni le Province”.

Adesso la palla passa al Governo. Crocetta dichiara: Musumeci dice che questa è una legge per i giornali? Cosa dovrei fare? Fare le leggi in clandestinità? Credo sia normale che un politico vada sui giornali. Chiamerò Giletti per dirgli che la legge Crocetta-Giletti è stata approvata. Ho sentito anche qualcuno parlare di ‘fatto mediatico’ di fronte alla busta di minaccia che mi è stata recapitata. Io ho sempre rispettato tutti, ma altri sono andati oltre. Non si usa il termine ‘prendere a schiaffi’ qualcuno. Soprattutto se si tratta di una carica istituzionale. Per fortuna non fa parte del linguaggio del governo. Invito quella sparuta parte di opposizione a usare un linguaggio più istituzionale e a collaborare per le riforme”.

Sarà solo legge mediatica? Nella stessa misura in cui si sta parlando della approvazione della legge, certamente si parlerà del fallimento della stessa qualora non si risparmieranno i fatidici 100 milioni cui fa riferimento Crocetta.

Ad maiora.